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giovedì 30 giugno 2016

21 giugno 2016

Buon compleanno....

Come vorrei sapere cosa pensi di ogni cosa accaduta dopo di te.

Posso solo immaginare conoscendoti molto bene.

Ma, nessuna certezza.

Si è messo ordine a qualcosa a cui tenevi molto.

So bene che non condividi il mio vero buonismo ma sono fatta così e lo sai.

G.L. ha commentato e si è espresso sull'ordine di cui dicevo:

E dopo ci sono quelle cose che si chiamano famiglia. Una tavola imbandita, il vociare confuso di bambini, gli spazi ristretti, le preghiere di speranza, il masticare pane e gioia, la felicità di ritrovarsi , il perenne stato di attesa e l’assomigliarsi l’uno con gli altri e allo stesso tempo essere così diversi.
Bisogna capire bene il significato della famiglia; sarebbe più facile ballare sulle note di un vecchio jazz che raccogliere polvere di ricchezza atavica. La famiglia c’è anche con un truce volto ma fiero di amore, c’è nei rendiconti, c’è nelle anime contrite ma allo stesso tempo affamate di decoro, c’è quando bisogna colmare i vuoti, quando si ride per non morire, c’è davanti allo sbadiglio di un bimbo e sul libro dei trapassati, c’è nelle bufere che sterzano i mattini uggiosi, c’è anche quando incolpevoli si avventano le mattine.
La famiglia è amore senza paracadute, è un cammino verso la vetta, alle volte la raggiungi altre no, ma prima o poi arriverà il disgelo e osserverai le colline più alte e nulla ti farà più paura, neanche gli affanni ruvidi di incomprensioni o di silenzi che cadono come spari. La famiglia è amore, anche nelle cose lontane, in quelle fuori misura, si sublima nelle cose che contano veramente, in quelle che ti appartengono realmente a cui darai un nuovo nome a cui dare un nuovo senso.
Ancora auguri
G.L.

Tutto quello che per noi non è stato possibile continuare insieme.
Ma c'è stato e in maniera sublime, quel "noi" di cui andavamo fieri.
Quel giono ti sentivo accanto, soprattutto quando qualcuno voleva
con cattiveria rovinare quel senso di leggerezza e festosità.


sabato 11 giugno 2016

oggi



E’ tempo di non dormire.
Destarsi da questo lungo letargo.
Rimettere le ali all’anima e librarsi in volo.
Alla ricerca della conoscenza,  accumulando  ancora esperienze

Un attività che sicuramente porta alla solitudine, ma non alla tristezza e all’infelicità

giovedì 9 giugno 2016

Textlationship: sono solo parole (d'amore)










La distanza usata come "codice di sicurezza" in una relazione può funzionare? La psicoterapeuta ci spiega cosa si nasconde dietro le relazioni virtuali fatte di contatti continui senza incontrarsi mai di persona. E perché storie così sono destinate a fallire.


Cosa si nasconde dietro questo tipo di relazioni? Che paure, insicurezze cela?
Chi utilizza la textlationship, come una forma esclusiva di relazione, ha evidentemente la necessità di mantenere il rapporto a distanza sia per un bisogno emotivo che opportunistico. Spesso perché avendo una relazione stabile si usa questo canale come mero gioco di seduzione “seriale”, magari per dominare la preda con una modalità con cui nella vita privata non riescono. Oppure perché godono di forme di trasgressione che si aprono e chiudono nell’ambito della chat, senza compromettere il loro equilibrio quotidiano. Quando, invece, la vicinanza è vista come un problema, allora, è più probabile che la persona abbia dei blocchi emotivi nel lasciarsi andare, sperimentare per davvero una relazione. Sono questi i casi in cui la fragilità e la paura dell'intimità trovano conforto in questo tipo di strumenti, perché danno l'alibi di una grande apertura e disinvoltura relazionale, supportando gli autoinganni emotivi. 

Qual è il futuro che si può prospettare da una storia così?
Se la relazione si ferma al testo scritto, difficilmente ha un futuro, a meno che la distanza usata come “codice di sicurezza” non sia condivisa e fortemente voluta da entrambi. In tali occasioni può accadere che l'amante virtuale diventi davvero un compagno speciale, con cui si può attivare una complicità esclusiva e duratura. Nella maggior parte dei casi, però, specie lì dove l'aspettativa è di poter investire in quel rapporto, il disagio creato dalla non volontà di avvicinarsi, non può che creare frustrazione, senso di rifiuto e alla fine necessità di chiudere.



domenica 20 marzo 2016



Strano, mi sveglio e una leggera confusione mi sorprende.
Mi chiedo – sono le 6,15 – le 15,15 - che ora è?
Di una cosa sono certa, sono io.
Eppure sono andata a riposare tranquilla, senza nessun brutto pensiero.
Niente che poteva  turbare la mia, ormai, solita routine.
Gli orari mi sono familiari, anche il mio cellulare li conosce bene da ben più di tre anni.
Erano solo le 16,20.
Una solita e banale domenica di marzo.
Non so perché sento di annotare questo stupido episodio.
Forse perché quello che conta  e prevale nella mia vita sono solo queste ore.
Gli unici impegni rimasti.
Per il resto, si sopravvive.

Te lo invio, non perché voglio sapere qualcosa in più, ma, per renderti partecipe di questa grande banalità.

sabato 12 marzo 2016

Caos



Non sempre l’ordine nelle cose e nella vita rende facile l’ esistere
Aver lasciato qualcosa alle spalle non sempre ferma l’altalenare dei pensieri.
Aver preso coscienza  delle cose che nella vita non ci servono più e averle eliminate, non sempre fa sentire il senso della leggerezza.
Il non dover gestire più il caos nei pensieri ci convertono in veri robot.
Entra in gioco l’abitudine e si muore lentamente.
Molto lentamente che, non c’è dato il tempo  di capire perché dentro si va spegnendo ogni emozione ed entusiasmo.
Si giace come in un limbo anche se si continua ad andare avanti svolgendo quello che le abitudini e i ritmi ci consentono.
I pensieri confusi di una volta, oggi, ritornano. Insieme con essi le immagini e le sensazione  vissute tempo fa.
Provo un senso di orgoglio per  aver saputo ben destreggiarmi in quel caos infinito di buone bugie.
Oggi sorrido alle buone bugie ma sento ancora forte l’odore di quelle non verità.
Non erano bugie e neanche verità.

Era, vita.

giovedì 3 marzo 2016

Incostanze


Oggi è un giorno così.
Il sentirsi distante dalle cose e dalle persone è quello che mi attraversa in questo giorno.
Forse sono le abitudini che rendono tutto noioso e questo richiede il potersi  isolare.
Pensare alle persone che ci hanno  lasciato mi porta a riflettere quanto nella loro assenza sono riusciti a cambiare il corso delle cose e della stessa mia vita.
Cosa poter immaginare per fuggire da questa nostalgia priva di ogni costruzione futura?
La nostalgia dovrebbe portare l’entusiasmo per imitare, in qualcosa, chi ci ha lasciato.
Invece solo voglia di lasciare i capelli al vento in una corsa senza meta.
Questa foto, immortalata in una spiaggia d’inverno, sembra portare refrigerio al mio stato.

La criniera al vento lasciando indietro ogni cosa e proseguire.