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mercoledì 25 gennaio 2023

 

                           Domeniche

 


 

E mi mancano quei giorni di leggera follia quando ogni cosa sembrava non avere senso.

Quando tutto in quel non senso ci stava dentro un senso profondo. Il senso era il vuoto.
Si sentiva il vuoto, un immenso vuoto.
Non conoscevo il tuo vuoto cara amica, ma so che continuavi a collezionarne altri.
Ed io ti seguivo in cerca della mia salvezza.
E lì, in quel luogo …un panino, una ceres e si dimenticavano i propri malesseri.

E poi…



 In questa immensa distesa far fluttuare i propri pensieri e poi disperderli nel vento.

Sembrava, la nostra, una vita tranquilla. Magari si fraintendeva una leggera trasgressione ma era tutto sempre tutto molto semplice. Troppo semplice.

In autonomia si cercava la propria salvezza mentre tutto intorno era ostile

Sono trascorsi ben 20anni ed ancora sento il vento che trasporta granelli di sabbia.

I capelli come i pensieri fluttuare nell’aria e il sole che carezza la pelle lasciando credere che quel calore sia solo per te.

E poi ancora il rientro a casa in compagnia della Nannini che diceva: scendi dal mio letto scendi e a concludere Parson fino casa.

C’era una certa precisione nello scegliere i brani da ascoltare. Si iniziava con pezzi brillanti per poi ascoltare
“Old and wise” di Parson.  Preludio di una nuova settimana all’insegna del niente

Oggi le follie son altre e non più leggere.

Niente ricerca di salvezza ma solo sfide. Sfide forse pericolose.

Catapultarsi in un mondo distante anni luce dal nostro non è cosa facile.
Sento di essere cittadina del mondo, mi adatto, mi mimetizzo, ma quando rimani nel silenzio dei tuoi pensieri, ti accorgi che essi non riescono a formarsi, rimangono nell’aria incapaci di assemblarsi.

Li lascio lì, come ho lasciato lì te, cara amica. E non potrò mai dirti che le favole non esistono.