Domeniche
E mi mancano quei giorni di leggera follia quando ogni cosa
sembrava non avere senso.
Quando tutto in quel non senso ci stava dentro un senso
profondo. Il senso era il vuoto.
Si sentiva il vuoto, un immenso vuoto.
Non conoscevo il tuo vuoto cara amica, ma so che continuavi a collezionarne
altri.
Ed io ti seguivo in cerca della mia salvezza.
E lì, in quel luogo …un panino, una ceres e si dimenticavano i propri malesseri.
E poi…
Sembrava, la nostra, una vita tranquilla. Magari si
fraintendeva una leggera trasgressione ma era tutto sempre tutto molto
semplice. Troppo semplice.
In autonomia si cercava la propria salvezza mentre tutto
intorno era ostile
Sono trascorsi ben 20anni ed ancora sento il vento che
trasporta granelli di sabbia.
I capelli come i pensieri fluttuare nell’aria e il sole che carezza
la pelle lasciando credere che quel calore sia solo per te.
E poi ancora il rientro a casa in compagnia della Nannini
che diceva: scendi dal mio letto scendi e a concludere Parson fino casa.
C’era una certa precisione nello scegliere i brani da
ascoltare. Si iniziava con pezzi brillanti per poi ascoltare
“Old and wise” di Parson. Preludio di
una nuova settimana all’insegna del niente
Oggi le follie son altre e non più leggere.
Niente ricerca di salvezza ma solo sfide. Sfide forse
pericolose.
Catapultarsi in un mondo distante anni luce dal nostro non è
cosa facile.
Sento di essere cittadina del mondo, mi adatto, mi mimetizzo, ma quando rimani
nel silenzio dei tuoi pensieri, ti accorgi che essi non riescono a formarsi,
rimangono nell’aria incapaci di assemblarsi.
Li lascio lì, come ho lasciato lì te, cara amica. E non
potrò mai dirti che le favole non esistono.
Nessun commento:
Posta un commento